Don Giuseppe SANGUINETTI - La Voce del Popolo

Venerdì 24 agosto è morto all'ospedale di Ciriè don Giuseppe Sanguinetti, parroco di Fiano.

"Il bene che si fa, e che rimane, non viene dalle grandi attività organizzative, ma da un rapporto di amicizia con le persone, da una presenza discreta in ogni situazione di vita della gente, che la provvidenza ci affida. E soprattutto si scopre che restano quelle cose germogliate dalla meditazione della Parola di Dio, da un'abbondante preghiera personale, dagli incontri con Gesù nel suo mistero eucaristico".

Particolarmente chiaro e coerente risuona il significato di queste parole scritte da don Giuseppe in occasione dei suoi 50 anni di Messa, ora che, con la sua famiglia, i confratelli, i compaesani e tutta la comunità di Fiano che ha servito per 44 anni di vita, lo affidiamo al Signore con il cuore colmo della sua presenza, disponibilità e dedizione (pochi giorni fa era ancora ai campi con i giovani).

Giuseppe è don Giuseppe dal giugno del 1953 quando venne ordinato sacerdote dal Cardinal Maurilio Fossati, insieme ai suoi 26 compagni di corso. Era nato a Beinasco il primo gennaio 1930, primogenito di Michele Sanguinetti e Giovanna Ronco. In famiglia arriverà sei anni dopo un fratellino, Franco che, in seguito, con la cognata Pina, gli darà tre nipoti, Mario, Anna e Sergio, che con Rita, Marco e i pronipoti Elisabetta e Stefano gli offriranno la gioia di una famiglia di sangue, discreta, attenta e premurosa.

Era entrato in seminario a Giaveno a undici anni, durante la guerra, era il 1941, con la gioia della mamma e la non opposizione del padre, come ebbe a confidare. Vita dura, al tempo, in seminario, come ricordava con la viva memoria, l'arguta finezza e la poetica sensibilità che lo contraddistingueva, quandro incontrava i suoi compagni di corso. Del resto fuori non era molto meglio. Ambiente più famigliare e rispettoso troverà a Chieri e Rivoli dove completa gli studi.

Dopo una prima vicecura a Grugliasco e a Torinon nella parrocchia del SS. Nome di Gesù svolgerà il suo ministero per nove anni a Beinasco. Nel 1968 arriva, sull'onda del Concilio, a Fiano su richiesta del cardinal Michele Pellegrino.

Alla comunità di Fiano dedicherà tutte le sue fatiche ministeriali, il suo entusiasmo, la sua ricca umanità, la sua chiarezza di dottrina e fermezza di fede. Troverà in suor Domenica del Cottolengo un grande appoggio per le attività pastorali prima, e anche per la vita domestica poi.

"Se dovessi dare un consiglio ai seminaristi di oggi - scrisse sempre in occasione dei suoi 50 anni di sacerdozio - ricorderei loro la necessità dell'aggiornamento costante, la necessità di una forte amicizia, che è un po' una valvola di sicurezza nei momenti delle difficoltà (piccole e grandi) che non mancano mai e la necessità di una profonda vita interiore che ci tenga strettamente legati al Signore. Non si può essere sacerdoti senza un amore intimo e personale con Gesù". Questo ha saputo essere don Giuseppe.

Nostro amico e maestro nella fede, possa godere ora la comunione piena con Gesù, che ha amato e riconosciuto come nostro Salvatore.

don Claudio BAIMA RUGHET - Vicario di zona